«DSMP non è semplicemente un negozio. DSMP è un edificio in cui costruire», dice il vostro sito web. In che modo DSMP contribuisce concretamente all’evoluzione della moda e della cultura a Parigi?

In moltissimi modi. Dover Street Market rappresenta da vent’anni, in tutto il mondo, uno spazio dedicato alla moda, alla cultura e all’innovazione creativa. Puntiamo a valorizzare brand che presentano qualcosa di innovativo, permettendo loro di esprimere il proprio universo attraverso collezioni, installazioni ed eventi. Moda e cultura sono profondamente intrecciate, e DSM ha sempre cercato di coltivare questo spirito offrendo una piattaforma per una creatività autentica e genuina, che possa essere arte, fotografia, film, performance o musica. Cerchiamo di supportare diverse estensioni che possano espandere l’universo dei brand.


Qual era la visione originale dietro l’apertura di DSM a Parigi e come si è evoluta nel tempo?

La visione dietro Dover Street Market Paris è sempre stata ispirata dalla stessa filosofia che la guida da oltre vent’anni, quella del Beautiful Chaos. Sebbene DSMP abbia rappresentato una nuova forma di caos, come dice Adrian Joffe, co-fondatore di DSM, non esiste una strategia precisa, ma solo il desiderio continuo di reimmaginare lo spazio di vendita. Dover Street Market è stato creato come un ambiente in costante evoluzione, imprevedibile, che sfida le idee convenzionali del retail. Rei Kawakubo e Adrian Joffe aspettavano il momento e lo spazio giusti, e quando hanno trovato questo edificio cinque anni fa, è sembrata un’occasione per coltivare qualcosa di nuovo a Parigi. Nonostante l’inaugurazione di DSMP sia stata ritardata dalla pandemia, è nato prima 3537, uno spazio che ha accolto ogni forma di espressione artistica, pop-up, mostre, librerie, café, performance e musica. È diventato una casa culturale senza confini per una comunità ampia, locale e internazionale. Oggi questo spirito continua a riflettere la filosofia che definisce DSM a livello globale: offrire uno spazio dove moda, arte e cultura possano incontrarsi in modi inattesi e significativi.


In che cosa si differenzia la sede parigina di DSM rispetto a quelle di Londra, Singapore o Los Angeles?

Lo spirito e il DNA di DSMP, così come i valori fondamentali, derivano dalle altre sedi di DSM, tuttavia alcune differenze rendono questo spazio unico nel suo genere. Gli spazi fisici sono sempre originali, modellati dall’ambiente locale e dall’architettura cittadina. Nel nostro caso, ci troviamo in un hôtel particulier del XVII secolo. L’edificio non è solo un negozio, ma include numerosi spazi differenti: abbiamo ambienti dedicati alla cultura (B1 e B2), un café Rose Bakery che si affaccia sul Jardin des Rosiers, uffici per il retail e lo sviluppo dei brand. A Parigi, l’area retail non prevede spazi riservati esclusivamente ai singoli marchi. Rei Kawakubo ha disegnato lo spazio in modo egualitario e fluido, privilegiando la scoperta piuttosto che la destinazione. Il luogo crea un dialogo tra l’esperienza di perdersi e quella di trovare qualcosa di inaspettato. Entrambe le situazioni possono verificarsi e una conduce all’altra. Rispetto a un negozio tradizionale, qui è richiesta più azione da parte del cliente, e maggior potere è affidato ai prodotti. Dal punto di vista della curatela, DSMP continua a mescolare moda uomo e donna, lusso e streetwear, prodotti accessibili e rari. Ma a Parigi c’è un focus più marcato su voci creative e indipendenti, con brand che superano i confini e portano novità nella conversazione.

«Il Dover Street Market è stato creato come un ambiente in continua evoluzione, imprevedibile — un luogo che reinventa costantemente ciò che uno spazio retail può essere, sfidando le idee convenzionali e abbracciando lo spirito del Caos Bellissimo. Senza una strategia fissa, è guidato piuttosto dal desiderio di coltivare qualcosa di nuovo e significativo»

In che modo la città di Parigi, e più precisamente il quartiere del Marais, influenza la progettazione delle esperienze all’interno di DSMP?

Parigi è una città che può sembrare un quartiere e questo senso di comunità ha generato una reale sensazione di connessione all’interno di DSMP e nel Le Marais. Circondati da gallerie, musei e spazi creativi, questa vicinanza ci permette di connetterci alla scena locale offrendo al contempo un’esperienza unica. Si tratta di favorire un dialogo culturale più ampio.


Qual è il processo per selezionare brand e designer? Come scoprite nuovi talenti emergenti?

Cerchiamo marchi che pongano la creatività e l’innovazione al centro della loro missione, siano essi maison storiche o designer emergenti. Dover Street Market è da sempre uno spazio dove possono fiorire voci indipendenti e progetti visionari, capaci di sfidare le convenzioni e ridefinire il panorama culturale. Il nostro obiettivo è costruire su questa eredità, evolvendo continuamente e restando fortemente legati alla scena contemporanea. Puntiamo a brand che offrano il miglior prodotto in termini di qualità o design, ma anche qualcosa di inaspettato, esplorativo e unico.


Che ruolo gioca la scena creativa locale parigina all’interno dell’universo DSMP?

Collaboriamo regolarmente con artisti e designer basati a Parigi o provenienti da tutta la Francia: nomi come Fane, Indépendantes de Coeur, Ines Bressand, Thibault Hazelzet, Pauline Dujancourt o All-In, con cui abbiamo celebrato il lancio della loro pubblicazione Uptown Girl presso il Rose Bakery. All’apertura, abbiamo proposto una capsule speciale con Jah-Jah in collaborazione con Comme des Garçons Shirt, oltre a esclusive t-shirt DSMP. Phileo, che fa parte del nostro Brand Development, è un collaboratore frequente e ha portato diverse installazioni artistiche a DSMP, tra cui "Avalanche" di sedie che hanno invaso il nostro cortile lo scorso settembre, realizzata dall'artista giapponese Tadashi Kawamata. Abbiamo collaborato anche con istituzioni e gallerie come il Musée Picasso, The Community o Hauser & Wirth. Sosteniamo un ampio spettro di creativi, dagli artisti in mostra come Mark Leschelier e Alberto Vitelio, fino agli studenti di Parsons Paris, mantenendo una connessione stretta con École Duperré. Uno dei nostri pilastri fin dall'apertura è stata la collaborazione con Librarie 1909, presente in modo permanente. Continuiamo a ospitare eventi unici, dalle lezioni di line dancing western con il Thunder Club al Festival ASVOFF di Diane Pernet.

«Lo spazio di DSMP ti invita a entrare in un dialogo tra l’esperienza di perdersi e la gioia di scoprire l’inaspettato. L’una inevitabilmente conduce all’altra, creando un ambiente fluido ed egualitario dove la scoperta prende il posto della destinazione, e la sorpresa diventa parte integrante del design»

Come immaginate il futuro del retail esperienziale in un mondo sempre più digitalizzato?

Il retail esperienziale sarà sempre fondamentale. Anche se il commercio diventa sempre più digitalizzato, continuerà a esistere un desiderio umano innato di connessione. Certo, il mondo digitale offre opportunità straordinarie e diversi vantaggi, ma non potrà mai sostituire la sensazione di scoperta, il contatto fisico, l’interazione, l’esperienza sensoriale, la spontaneità, la sorpresa, la comunicazione con persone e prodotti: tutto ciò è possibile solo in uno spazio fisico. È un’esperienza potente e insostituibile.


Quali sono i prossimi progetti o sviluppi emozionanti che possiamo aspettarci da DSM Paris?

La bellezza di lavorare in DSMP è che stiamo sempre pianificando qualcosa di emozionante e inatteso. Vogliamo davvero sorprendere, far sì che una persona entri un giorno in negozio, trovi un’installazione o il lancio di un prodotto entusiasmante, e il giorno dopo si imbatta in una nuova mostra, una presentazione di un libro, una lezione di line-dancing, una lettura di poesie. Speriamo di poter andare sempre oltre, continuando a offrire qualcosa che stimoli, ispiri, emozioni, porti gioia, brivido e meraviglia.


Come vede DSMP il futuro di Parigi e quale ruolo spera di giocare nella sua costruzione?

Parigi è sempre stata una capitale culturale. Negli ultimi anni si è percepita un’energia straordinaria attorno alla città e speriamo che continui in quella direzione. DSMP è aperto da solo un anno, ma già possiamo vedere quanto essere al centro del dialogo tra interlocutori e partner diversi ci permetta di accogliere nuovi stimoli e ripensare costantemente il nostro modo di operare. Nulla è statico e DSMP continuerà a evolversi, ma il nostro obiettivo rimarrà quello di essere uno spazio in cui trovare il meglio che la moda ha da offrire – prodotti introvabili altrove – conoscere designer vicini e lontani, ma anche vivere un ambiente in cui la creatività della comunità globale si fonde con l’energia vibrante di Parigi, generando connessioni e promuovendo un dialogo creativo.